Tipologia: Parco
Luogo: Cuneo (IT)
Committente: Privato
Anno: 2021
Stato: Completato
PROGETTO DEL FRONTE DI VILLA TORNAFORTE
Analizzando attentamente lo stato di fatto, è necessario rilevare gli aspetti da correggere, dando per scontata ed evidente la vastità di caratteristiche positive.
Leggendo il luogo e l’esistente si percepisce un forte distacco tra la Villa e il Parco, sembra proprio che il vialetto di ghiaia divida sensibilmente l’edificio dallo spazio verde. Da un lato, quello della costruzione, la vegetazione si presenta in modo molto disordinato e discontinuo, con specie alloctone miste ad altre autoctone, mantenute e potate in modo molto differente tra loro; dall’altro, quello del parco, vi sono siepi simili e potate in modo coerente e uniforme. Per quanto riguarda il verde addossato alla costruzione si può notare: la siepe di Aucuba japonica proveniente da Cina, Corea, Giappone; il Juniperus horizontalis dal Nord America; la Yucca dalle regioni a clima tropicale secco; l’Ulmus da Europa, Asia, Nord America; la Lagerstroemia da Sud-est asiatico e Australia settentrionale; il Prunus dall’Asia e introdotto in Europa in epoca romana; l’Euonymus da Europa e Asia. Si può chiaramente osservare la differenza di contesti, climi e ambienti dai quali provengono. Esaminando la vegetazione sembra proprio emergere la storia della Villa: prima convento – con probabilmente annesso il grande parco – poi dimora patrizia di villeggiatura ottocentesca – presumibilmente parco all’inglese, lago, siepi formate – e infine cambio di proprietà – facilmente inserimento di nuove specie botaniche, e varie, in prossimità dell’abitazione.
L’intervento punterà proprio sul ripristino di questo dialogo, sull’uniformazione delle specie – sia dal punto di vista della tipologia, delle caratteristiche, del clima, sia da quello dell’ars topiaria con cui verranno potate – facendo riacquisire prestigio e importanza sia alla Villa, dotata di una storia secolare, sia al Parco, meraviglioso esempio di parco all’inglese con alberi monumentali, e riportandoli ad essere un tutt’uno.
L’idea fondante del progetto è dunque quella di ristabilire il dialogo tra la Villa e il Parco e di riportarli alla loro eleganza e formalità primordiali. Questo sarà concretizzato con l’utilizzo di siepi concave e convesse che con il loro movimento sembreranno creare delle braccia che si protendono dall’edificio verso il parco, e viceversa. Le due concave, oltre ad “abbracciare” simbolicamente i visitatori e gli ospiti della dimora, andranno a “svuotare” i pieni delle siepi esistenti; le due convesse, oltre ad accogliere e custodire un prezioso tappeto di rose – Rosa Little White Pet – andranno a colmare i vuoti lasciati dal preesistente. Le loro linee curve, infine, insieme al cambiamento di altezza, andranno a smorzare la rigidità del prospetto. La funzione principale delle siepi tondeggianti sarà dunque quella di far dialogare, accogliere, abbracciare.
L’eleganza e la formalità saranno invece garantite da una serie di Taxus baccata in facciata che con la loro scansione le daranno ritmo e con la loro differenza di altezza – più alti alle estremità e più bassi al centro – le conferiranno imponenza e solidità. La diversità di statura, inoltre, farà sì che non vi sia troppa severità. Eleganza e formalità saranno anche garantiti dalla tecnica dell’ars topiaria con cui saranno potati alberi e siepi. Raffinatezza con un velo di romanticismo si riscontrerà invece nel tappeto di rose – Rosa Little White Pet, rosa antica selezionata nel 1879 negli Stati Uniti da Peter Henderson – protetto dalle siepi. Signorilità e solennità si manifesteranno infine nel cerchio di siepe centrale, diviso in quattro spicchi, che ospiterà quattro piccole vasche d’acqua con all’interno preziosi fiori di loto. La vasca d’acqua con il fiore di loto verrà ripresa all’interno della siepe esistente presente nel giardino così da creare un chiarissimo collegamento tra l’edificio – costruito – in cui si trova la prima, e il parco – naturale – in cui si trova la seconda. La prosecuzione della pavimentazione fino alla seconda siepe avrà la stessa funzione di collegamento visivo e materiale.
PROGETTO DEL CHIOSTRO DI VILLA TORNAFORTE
Analizzando attentamente lo stato di fatto, si percepisce, oltre ad un forte disordine dato dalle condizioni delle specie esistenti e dalla discontinuità delle siepi, un forte senso di oppressione dato dall’altezza del bosso stesso che chiude fortemente lo spazio e non lascia intravedere gli ambienti.
La grande zona d’ombra addossata alla Villa, quella su cui affaccia parte del chiostro, ha grandissime potenzialità, però oggi appare poco sfruttata e valorizzata.
Vi è poi la presenza di una piccola costruzione che nasconde un bellissimo pozzo, da far emergere.
Per quanto riguarda la vegetazione esistente, ritengo che ci sia da fare una valutazione di stabilità di alcune specie esistenti che potrebbero mettere in pericolo abitanti, ospiti e la Villa stessa. Le siepi di bosso, come accennato, si presentano in modo molto discontinuo a causa dei merletti, e sono eccessivamente alte, rendendo così lo spazio angusto. Infine, gli alberi addossati al muro di cinta andrebbero ripuliti e selezionati.
L’intervento avrà proprio l’obiettivo di rendere questo spazio molto più aperto e dilatato; di dargli un ordine e una geometria chiara; di fare un’accurata selezione delle specie da mantenere e da abbattere (per motivi di stabilità o altro); di valorizzare notevolmente ogni singola “stanza”.
L’idea del progetto riguardante il chiostro è quella di far rivivere e illuminare lo spazio, fornendogli uno sfoggio unico di fioriture e un’eleganza di forme. Vi saranno tre “isole” strutturate in modo differente in base al loro collocamento, alla loro diposizione e alle loro caratteristiche attuali. La prima, lunga e stretta, a destra del camminamento, ospiterà una serie di piante potate a spalliera che emergeranno da una distesa di ortensie bianche (varietà l’Hydrangea arborescens ‘Annabelle’) delimitata da una bassa siepe di bosso. La seconda, a sinistra del camminamento, sarà caratterizzata da un parterre di piante tappezzanti da ombra che circuirà una “piazza” tondeggiante in cui ci si potrà riposare sotto le chiome degli Ilex aquifolium e dello Juglans regia. Per quanto riguarda l’Acer negundo, altro albero presente in questa porzione di terreno, probabilmente dovrà essere abbattuto per una questione di stabilità, presenta una carie molto accentuata. La piazza è già oggi ben visibile, quindi verrà rispettata questa qualità dello spazio e verrà accentuata con Carex, Dryopteris erythrosora, Hakonechloa macra, Heuchera, Hosta, Ophiopogon planiscapus ‘Nigrescens’. Questo tappeto di varietà da ombra proseguirà delineando poi un cammino che si direziona verso l’altra piccola porzione dello spazio stesso, creando un altro piccolo allargamento, in cui si potrà collocare una scultura. Negli spazi più estremi dell’area verranno infine collocate altre macchie di ortensie, sempre della varietà Hydrangea arborescens ‘Annabelle’. La terza ed ultima “stanza” ospiterà invece una serie di peonie arbustive, sempre di colore bianco, dalle quali si eleverà un meraviglioso esemplare di Stewartia pseudocamellia. Il movimento sinuoso del bosso, così come nella parte antistante, accompagnerà l’abitante o l’ospite all’interno della Villa. Infine, il prezioso pozzo secolare oggi nascosto all’interno di una piccola costruzione, verrà scoperto e valorizzato.
PROGETTO DEL PICCOLO EDEN DI VILLA TORNAFORTE
Come si può notare dalle foto, il contesto del Piccolo Eden è già bucolico, proprio per questo motivo l’ho definito tale. In questo spazio, a mio parere, non c’è da fare quasi nessuna modifica se non valorizzare lo spazio, magari con qualche abbattimento e qualche nuova piantumazione, e far emergere le sue caratteristiche migliori. A prima vista e la prima sensazione che si prova accedendo allo spazio, è proprio quella di pace. C’è un silenzio accompagnato dal canto degli uccellini che rende tutto magico. La nota negativa è che in alcune ore del giorno i rumori provenienti dalla strada sopraffanno tutta questa poesia. Proprio per questo motivo i minimi, puntuali e mirati interventi che si effettueranno, punteranno a limitare questo rumore e incrementare il canto dei volatili.
Per quanto riguarda invece il piccolo Eden, l’intervento punterà ad incrementare la vegetazione addossata al muro, così che si diminuisca il rumore proveniente dalla strada e si mascheri il muro di confine; ad inserire nuovi alberi da bacca così che l’afflusso di volatili sia sempre maggiore; ad inserire nuovi alberi da frutto così che l’utente possa veramente vivere lo spazio come se fosse un piccolo Eden, spiluccando frutti qua e là, ascoltando il canto degli uccellini, ammirando fioriture meravigliose, entrando in contatto con ogni singola specie botanica e odorandone i profumi inebrianti. Questo spazio me lo immagino benissimo e dovrà diventare un vero e proprio Giardino dei Sensi. A schermare il muro e a limitare i rumori della strada vi saranno macchie di Viburnum opulus e Kolkwitzia amabilis. Da gustare vi saranno Amelanchier, Crataegus, Cydonia oblonga, Prunus spinosa, Pseudocydonia, Rosa canina, Sorbus domestica. Vi sarà infine un piccolo sentierino che si infilerà tra gli alberi, partendo in prossimità del portone che affaccia sulla rotonda, e porterà pian piano a scoprire lo spazio così che la sua vista non sia immediata ma ci sia un percorso graduale per arrivare a percepire l’unicità del Piccolo Eden.