Tipologia: Giardino
Luogo: Francia
Committente: Privato
Anno: 2020
Stato: Progetto
Il ragionamento che mi ha portata al progetto è nato dall’osservazione di alcune strutture e specie vegetali e animali molto frequenti nel luogo in cui vivo – le pigne, le piante grasse, le Asteracee, le foglie di felce, i rami dell’abete, le chiocciole, gli stambecchi – da alcuni alimenti che siamo soliti consumare – il cavolo romanesco, l’ananas – e da alcune specie che conosciamo fin da bambini – i molluschi, il cavalluccio marino, il camaleonte. Tutte queste strutture o esseri viventi, come molti altri in Natura, sono chiaramente descritti da due elementi fondamentali: i frattali e la spirale aurea. Un frattale è un elemento geometrico che possiede queste caratteristiche: complessità, discontinuità e irregolarità, iterazione, autosomiglianza, struttura fine. La spirale aurea è un tipo particolare di spirale logaritmica che descrive un numero enorme di fenomeni naturali.
L’idea del progetto è dunque quella di generare uno spazio armonico descritto da una geometria frattale in cui le diverse particelle formatesi dall’incontro di sedici spirali auree – otto in senso orario e otto in senso antiorario – interagiscano e cooperino tra di loro andando a formare un sistema chiuso in cui non c’è rifiuto, proprio come accade nei sistemi naturali. Le spirali, nel loro gioco di intrecci, oltre a creare tanti piccoli lotti autosimili e infinitamente ripetibili, generano al centro una grande piazza, interamente calpestabile, che, vista dall’alto, ha l’aspetto di un grande mandala. Esso è l’archetipo dell’ordine naturale e dell’armonia universale, la cui geometria è descritta dai frattali. Il termine, in sanscrito, significa “cerchio”, infatti secondo la tradizione orientale sono una rappresentazione dell’Universo. Allo stesso modo, il mio progetto, vuole essere un modello, in piccola scala, dell’intero Universo perché, così come la Natura sa essere autosufficiente, sa sostenersi da sola, anche il mio progetto vuole riprodurre un sistema autosufficiente in cui piante a bassa manutenzione e una riserva d’acqua sufficiente per nutrirle danno vita a un giardino autosufficiente che può essere imitato e preso a modello dai visitatori per i loro spazi verdi, così come io ho imitato la Natura per progettare il mio spazio.
Le linee che costruiscono la spirale saranno canali d’acqua nella maggior parte dei casi, lastre di pietra sul percorso che porta alla piazza e su quello simmetrico che permette di uscire da essa, disegni sulla pavimentazione all’interno della piazza. Esse confluiscono in un centro in cui sorge una fontana a raso che realizza un getto alto circa un metro, circondato da otto petali d’acqua. Questo getto rappresenta simbolicamente la fonte che alimenta tutti i canali del progetto e che permette quindi alle piante di nutrirsi, di crescere, di svilupparsi. Nel centro del mandala, come di molte altre cose, solitamente c’è l’Essenza, infatti qui c’è la fonte che è l’essenza della vita e si muove verso l’esterno, come ad indicare che la direzione della vita procede dall’interno verso l’esterno.
Le parcelle che derivano dall’incontro delle spirali – molto simili alle brattee delle pigne, alle foglie delle piante grasse, ai fiorellini del disco del girasole, alla buccia dell’ananas – assumono otto delle colorazioni appartenenti al cerchio cromatico, così da creare una maggiore corrispondenza tra il progetto e la natura e renderlo un piccolo modello dell’intero universo e un esempio perfetto a cui puntare. La fascia arancione e quella a lei simmetrica, insieme agli spicchi che corrono attorno alla piazza, saranno dedicate al camminamento. Questo, così come la piazza centrale, verrà realizzato in sabbia colorata proprio per richiamare il mandala tradizionale che viene realizzato con sabbie colorate dai monaci tibetani.
Le altre fasce colorate accoglieranno delle meravigliose piante appartenenti alle famiglie delle Poaceae e delle Cyperaceae. La fascia rossa accoglierà il Carex buchananii, quella rosso-viola il Pennisetum setacuem ‘Fireworks’, quella viola il Pennisetum setaceum ‘Rubrum’, quella blu il Leymus arenarius ‘Blue Dune’, quella verde il Phalaris arundinacea ‘Picta’, quella giallo-verde il Miscanthus sinensis ‘Gold Bar’, quella gialla il Carex elata ‘Aurea’. Queste piante incanteranno il visitatore con lo splendore dei loro colori, l’eleganza del loro portamento, la delicatezza del loro fogliame e delle loro fioriture. Permetteranno inoltre di farsi conoscere e apprezzare come piante ornamentali perfette per esaltare i giardini, in particolare quelli a bassa manutenzione.
La scelta delle piante è stata fatta in maniera veramente molto accurata considerando molteplici fattori. In primo luogo, valutando le colorazioni di cui avevo bisogno, non avevo intenzione di utilizzare tipologie di piante molto diverse tra loro e appartenenti a famiglie diverse, ma ho preferito uniformare la scelta e utilizzare specie di due famiglie simili: Poaceae e Cyperaceae, così da conferire un’omogeneità e un’armonia maggiori. In secondo luogo, essendo che volevo avere delle fasce interamente colorate che si distinguessero in modo netto una dall’altra, ho pensato che la scelta di piante con fogliame colorato fosse molto più efficace, poiché se avessi scelto piante con fioriture colorate l’effetto sarebbe stato molto meno stupefacente, dato che le fioriture sono puntuali, mentre il fogliame è esteso. In terzo luogo, quando già avevo optato per Poaceae e Cyperaceae, dovevo prevedere una permanenza del colore originale della pianta dall’inizio alla fine della manifestazione perciò non potevo scegliere delle specie che fiorissero con colorazioni diverse dal fogliame. In quarto luogo ho dovuto valutare le altezze perché, avendo delle fasce a spirale, le piante in primo piano avrebbero coperto quelle retrostanti, quindi l’altezza è scalare dall’alto (dietro) al basso (davanti). Infine ho dovuto valutare la resistenza sia al freddo sia al caldo, e queste sono specie estremamente resistenti a entrambi i climi. Tutti questi aspetti mi hanno portata a selezionare queste piante che, oltre ad essere estremamente affascinanti, possono essere utilizzate in moltissime circostanze e per differenti tipi di ambientazioni: dal giardino elegante a quello selvatico, dal giardino ordinato a quello movimentato, dai giardini collocati in regioni fredde a quelli mediterranei. Richiedono inoltre una manutenzione molto bassa, ed è stata pure questa un’importante valutazione che ho fatto per far sì che resistessero bene e non richiedessero troppa cura per tutto il periodo del festival. Infine sono piante che si sviluppano molto bene e creano affascinanti cespugli voluminosi che riempiono bene lo spazio e garantiscono densità.
La piazza centrale, interamente calpestabile e accessibile da lati differenti – alcuni più comodi, come quello sul retro che è anche il principale, altri meno, come quello frontale e quelli laterali – sarà composta da una quindicina di setti riflettenti che frammenteranno lo spazio e guideranno al centro attraverso un percorso frastagliato e labirintico. Queste superfici specchianti sono simbolo dei frattali poiché in primo luogo frammentano lo spazio in cui si cammina creando un percorso discontinuo e irregolare, non lineare, tipico della geometria frattale e non euclidea; in secondo luogo generano tante stanze composte da piccoli elementi – le parcelle a forma di rombo – simili tra di loro, proprio come il frattale che è composto da elementi autosimili che si ripetono all’infinito; in terzo luogo perché riflettono lo spazio circostante creando immagini scomposte e frastagliate caratterizzate dunque da tanti frammenti complessi che si assomigliano e si ripetono. I setti permetteranno infine di rendere ancora più meraviglioso il fascino del giardino e delle piante poiché, riflettendo, accentueranno e moltiplicheranno gli incantevoli colori.
L’obbiettivo del progetto è, in primo luogo, quello di ricreare, in scala ridotta, un sistema naturale autosufficiente in cui le sole fonti rinnovabili – in questo caso acqua piovana ed energia solare – permettono al sistema di autoalimentarsi e sopravvivere poiché questi due elementi permettono la nascita, la crescita e lo sviluppo della vegetazione; inoltre un nutrimento (dato dalle acque) graduato, costante e diffuso (non puntuale), in grado di penetrare ovunque nel terreno e di irrigare quindi in modo dilatato le varie piantumazioni, permette di incrementare la biodiversità del giardino.
Se paragoniamo infatti i canali del progetto ai fiumi in Natura e i lotti di Poaceae e Cyperaceae alla vegetazione presente in Natura, ne deduciamo che se ci fosse una distribuzione più equilibrata delle acque (mantenendo puliti i canali presenti o in funzione le raccolte di acqua piovana esistenti) sicuramente si darebbe una maggior possibilità alla Natura di produrre la biodiversità che è capace di generare, senza bloccarla nel suo lavoro. Si eviterebbero inoltre i disastri naturali dovuti dalle alluvioni poiché l’acqua, avendo sfogo in più punti, si distribuirebbe e non confluirebbe tutta in un unico punto, generalmente il torrente, fornendogli così una grandissima portata e di conseguenza una potenza maggiore. L’acqua inoltre, se fosse più distribuita, permeerebbe in un’area più estesa nutrendo una superficie terrestre molto maggiore, e incrementando quindi la biodiversità in modo molto più diffuso.
Se paragoniamo invece i lotti di piante alla vegetazione presente in natura e consideriamo che ad ogni colore appartiene una specie differente, ne deduciamo che, partendo da un sistema caratterizzato da specie differenti, come è il mondo vegetale, e nutrendolo in modo costante, gradato e diffuso con l’acqua, esso prospera nel massimo della forma e permette la nascita di nuove specie – ogni pianta già presente può dar vita a numerose altre piante. Questo ci fa chiaramente capire come le piantagioni di una sola specie siano il modo più efficace e rapido per distruggere la biodiversità e di conseguenza il sistema naturale.
Se questo sistema chiuso, autosufficiente e funzionante fosse ripetuto all’infinito, proprio come un frattale e come ogni singola parte che lo compone, permetterebbe l’esistenza di un mondo migliore, con meno sfruttamento energetico, territoriale, umano. E ancora prima, se ognuno di noi provasse a realizzarlo nel proprio giardino, utilizzando preferibilmente piante che richiedono bassa manutenzione come quelle presenti nel progetto, sicuramente noterebbe un maggior benessere delle specie presenti, la nascita di nuove varietà con conseguente presenza di nuovi esseri viventi, la diminuzione delle spese per l’irrigazione e limiterebbe notevolmente ogni tipo di inquinamento ambientale.
In secondo luogo, l’obbiettivo del progetto è quello di far conoscere al visitatore una varietà di piante delicatissime, eleganti, dai colori stupefacenti, a bassa manutenzione e quindi utilizzabili in moltissimi casi per esaltare giardini di ogni tipo.